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Per una famiglia su due difficile raggiungere il pronto soccorso

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/02/2024 14:04

"Le percentuali più elevate si evidenziano al Sud, con circa sette punti più della media nazionale, seguono le Isole e il Centro, rispettivamente al 52,7% e 52,4%"

Una famiglia italiana su due, il 50,8%, ha difficoltà a raggiungere il pronto soccorso, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al 2022". Lo rileva l'Istat nel report sui servizi di pubblica utilità. "Le percentuali più elevate si evidenziano al Sud, con circa sette punti più della media nazionale, seguono le Isole e il Centro, rispettivamente al 52,7% e 52,4%". Lo studio evidenzia poi che "in oltre 11 Regioni la percentuale di famiglie che non riesce a raggiungere facilmente questo servizio supera la media nazionale: la più alta si registra in Campania (63,5%), seguita da Calabria (62,5%), Liguria (58%) e Puglia (57%)".  

"La dimensione dei Comuni di residenza - prosegue l'Istat - influenza fortemente il livello di difficoltà delle famiglie, poiché si lega alla dislocazione dei punti di Pronto Soccorso sul territorio: nei Comuni centro dell’area metropolitana la percentuale è pari al 43,8% mentre nei Comuni piccolissimi (al di sotto dei 2.000 abitanti) sale al 68,6%".

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  Quanto all'accesso alle Asl nel 2023 poco meno del 40% delle persone di 18 anni e più si è recato presso una di queste strutture. L’indicatore raggiunge valori più elevati nel Centro e nel Nord-est (intorno al 44%), il minimo nelle Isole (33,3%). "La situazione è tuttavia molto diversa - spiega l'Istat - tra le due Isole (39,7% per la Sardegna e 31,1% per la Sicilia). Gli utenti che lamentano file di attesa superiori ai 20 minuti per i servizi offerti dalle Asl sono il 49,8% in media nazionale. Una frequenza, quest’ultima, che tuttavia presenta un minimo del 34,7% nel Nord-est e che sale al 61,5% nel Sud e al 66,5% nelle Isole. A livello regionale superano il 67% di utenti che attendono più di 20 minuti (circa 20 punti percentuali più della media nazionale) la Sicilia (68,4%), il Molise (67,6%) e la Calabria (67,2%)".

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